Meno è Chic

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Fermabass
By Jade
C’e’ un solo luogo dove ho preso le grandi decisioni della mia vita,quelle che ti cambiano e pensi ‘prima ero cosi’ poi tutto e’ cambiato e questo luogo e’ la libreria.E’ li’ che finisco ogni volta casualmente quando la mia mente e’ in sovraffollamento di pensieri.Succede che entro, guardo svogliatamente i titoli e mi cade l’occhio proprio dove troneggia la fatidica parola chiave che in genere o conosco bene o non conosco affatto ed e’ esattamente questo che e’ successo con la parola CHIC.
La conoscevo certo ma in realtà niente di più lontano da me (ora lo so). Il titolo del libro era Madame Chic e probabilmente era il solito manuale scritto e riscritto che ti insegna ad uscire di casa vestita di nero con i tacchi e le perle e invece no, questo libro avrebbe poi cambiato la mia vita riportandomi ad un concetto di armonia ordine e semplicità partendo dall’approccio all’armadio. Si perché avete presente la fame di avere tutto e tanto? Quel comprare a singhiozzo oggi una gonna domani un maglione senza un progetto, un gusto, un accordo tra i colori che ti porta irrimediabilmente a contemplare  quel blazer di lana blu pagato una follia che appena varcata la soglia di casa pensi che dopo tutto e’ elegante e sportivo (dopo tutto cosa?o è elegante o è sportivo). Oppure ti porta a scervellarti su un abbinamento che possa  nobilitare quegli stivaletti nuovi di pelle con la fibbia che era giusto avere per sdrammatizzare l’abitino corto e poi un sabato pomeriggio al lavoro ti vedi entrare le donne peggio vestite del pianeta con proprio  quegli stivaletti e vorresti andare a casa a toglierteli per farne scomparire ogni traccia (così ho fatto).
Quella fame nervosa io ce l’avevo e non solo per gli abiti ma per tutto,ero una collezionista seriale  delle novità del momento in tutti gli ambiti,moda,cosmetici,supermercato,Brico… incapace di disfarsi anche delle buste di plastica del supermercato (perché potrei riutilizzarle).Ma torniamo all’armadio perché è al suo cospetto che il miracolo è avvenuto.Quello che vedevo ogni mattina guardandoci dentro quando ancora ero convinta che chic volesse dire portare la Vuitton al braccio,erano solo numerosi capi che litigavano uno con l’altro nei colori,nei tessuti negli stili così come io mi ritrovavo perennemente in lotta con tutti loro.
Del libro uno dei  concetti presentati  e’ semplicemente che meno e’ meglio (con e senza accento).Immaginiamo un armadio di pochi capi di qualità e che ti donano veramente, che ti fanno sentire ordinata e bellissima (ebbene esistono) che tra loro si armonizzano nelle forme e nei colori.Stili diversi certo ma in realtà uno stile soltanto,il mio.Quello che mi piace e mi sta bene veramente.Finalmente nell’armadio quel maglioncino che adoro che sta bene sia con la gonna di seta che con i jeans e finalmente le mie adorate ballerine comode e che stanno bene sia con il trench che con il giacchino elegante. Poi risolto il problema armadio perché non estendere il progetto anche ad altri aspetti? E da questo presupposto è partito il mio sconvolgere tutto, dalla dispensa, al frigo,dalla trousse al mobiletto dei cosmetici, a tutta la casa, all’organizzazione della mia giornata fino a riflettere anche sui rapporti e le amicizie.
Diktat assoluto : eliminare il superfluo,l’inutile,il difficile,lo scomodo e il brutto.Quei jeans tanto comodi con le cuciture della tasca ormai scomparse (ma non si vede e invece si vede benissimo),il chilo di ceci secchi che prima di mangiarli passa un giorno e mezzo perché li devo tenere a bagno una notte e poi cuocerli due ore (regalati via),quattro marche di creme viso diverse consigliate da quattro commesse diverse di quattro profumerie diverse ( meglio trovarne una giusta ed esiste ora lo so).Un rito a parte poi riguarda le bomboniere della comunione dei tre figli di mia cugina con ancora il sacchettino di confetti ed orrendi fiorellini di velo (dritte nel cestino dell’indifferenziato…inquinano anche); e della cassetta dei farmaci pronto soccorso ne vogliamo parlare??? (li ho riordinati dalla A alla Z e ogni tre mesi controllo giacenze e scadenze).Ho dovuto riflettere anche sul mio shopping compulsivo per il Milla perché alla fine ho capito lei vuole quella palla che suona e che distrugge in un pomeriggio ed è inutile comprarle il pallone da rugby!.Infine nell’ambito rapporti personali c’è poco da ridere…sangue e lacrime perché chi sopporti da sempre perché sei buono non si farà mai la ragione che ti sei semplicemente stancato di subire interminabili telefonate sull’ultimo viaggio fighissimo e il consiglio di iscriverti in palestra che non hai mai chiesto.
Quindi essere chic non vuol dire altro che semplificarsi la vita,renderla comoda spaziosa facile e organizzata usare la propria testa e capire veramente cosa ci piace, cosa vogliamo senza condizionamenti e soprattutto con chi vogliamo passare il nostro tempo.