Le Detartrage

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La bassociambellaIl mio primo vero scontro con il mondo della cinofilia moderna è avvenuto in un momento della mia vita in cui ero veramente single; ero affranta dalla perdita del mio bassotto Eliot, impegnata a laurearmi ma sapevo che un giorno sarebbe arrivato un nuovo amore. Lavoravo alla mia tesi e succedeva che in sei ore chiusa nel bunker-laboratorio io parlassi con la Professoressa che mi seguiva e….con le foto del suo cane appese un po’ ovunque!
Fu in quel frangente che iniziai a rendermi conto di quanto un cane potesse riempire la vita e quante cose nuove ci gravitassero intorno.Lei mi parlava di lui e dei suoi problemi di salute. Delle analisi e delle visite. Mi informava che doveva assentarsi per accompagnarlo a fare il detartrage oppure portarlo a fare la sua seduta di fisioterapia. Con l’inverno e la neve capitava che mi accennasse al cappottino inzuppato da lavare. Ogni giorno a pranzo tornava da lui e certe volte la sera guardava l’orologio con un luccichio negli occhi e mi diceva che era tardi e doveva andare. Erano una coppia come pochi, legati da un sentimento meraviglioso e tutto questo mi faceva sentire terribilmente sola perché io non avevo nessun cane da cui tornare, neanche un fidanzato.
Ma quel che più mi turbava era il non sapere cosa significasse detartrage, dopo tanti anni di francese, e non mi capacitavo sul concetto di cappottino per cani.

Vivendo con i miei avevo avuto solo e sempre bassotti e un bel giardino in campagna dove potevano correre, scavare appresso alle talpe, cacciare le galline del vicino e quando erano stanchi tornavano alla porta e grattavano appena e si capiva così che volevano rientrare per spiaggiarsi, come solo loro sanno fare, nel divano. Capitava di asciugarli con l’asciugamano magari quello da buttare un po’ sdrucito e nessuno di loro aveva mai mostrato di sentirsi lontanamente infreddolito d’inverno, mai preso un raffreddore; il veterinario poi veniva una volta l’anno e faceva un vaccino. Figuriamoci se potevo prendere sul serio l’esistenza del fisioterapista per cani.
Problema bisogni: zero, perché andavano sotto la siepe e se li coprivano da soli con la terra.
Problema cibo: zero perché mangiavano con noi avanzi di carne, pasta e verdure e spesso arrivava l’osso di manzo della costata ai ferri da sgranocchiare ( felicissimi).
In vacanza ad agosto per tre settimane si rispolverava collare e guinzaglio ma giusto per non rischiare di trovarli ad elemosinare wurstel e crauti al tavolo dei bavaresi accanto.
Il bagnetto poi lo si faceva con un poco di shampoo mio diluito e in fatto di metodi educativi funzionavano solo due cose: i biscotti alla panna Macine del Mulino Bianco come premio e mostrargli la scopa (solo mostrarla eh! ) per sgridarli.
Con queste premesse conservai per diverso tempo quel turbamento e giurai che io cappotti e interventi estetici al mio futuro bassotto non glieli avrei mai e poi mai fatti (quel detartrage lí non mi ispirava proprio).
Con il tempo arrivò il fidanzato, la laurea, il lavoro, l’appartamento in centro e Milla. La mia bassotta a pelo duro. Tornai nel negozio di animali di fiducia giusto per prenderle la cuccia e il guinzaglio.

A parte il fatto che il negozio era diventato un emporio e (già da lì dovevo capire) diviso in reparti specializzati: integratori, abbigliamento, accessori per la casa, per il tempo libero e laboratorio toelettatura. Nel bancone della cassa notai il cartello ‘Prepara la tua lista cucciolo con noi’ (eh??? Lista?? Erano tre cose come lista??) e incuriosita chiesi. Ecco fu cosi in quell’attimo che lasciai il mondo vecchio ed entrai nel mondo nuovo (ma non potevo sapere che sarebbe stato solo l’inizio). Per cominciare:

  • cuccia con cuscino rigida o non (tutte e due che così non sbaglio)
  • Crocchette biologiche a km zero fatte fare secondo criteri di digeribilità e bilanciate dal punto di vista nutrizionale per sviluppare al meglio le articolazioni del bassotto ma light (ok ci sto)
  • Panni per i bisogni in casa e gocce abituanti (in appartamento se poi piove sono necessari si ok)
  • Il cappottino impermeabile fuori con imbottitura in pile interna removibile (se piove e fa freddo mmmm?? ma non ha il pelo duro???)
  • Lo spray disabituante X fargli capire che in certe zone non si fanno i bisogni ( eh si ci vuole non esiste proprio in certe zone)
  • La spazzola per il pelo duro ma morto che va tolto (50 euro Paam!ma é professionale)
  • Lo shampoo ( per il pelo duro )
  • Il collare a pettorina con guinzaglio (sono qua per questo)
  • La borsa a tracolla da passeggio per portare il cucciolo (così che il cucciolo possa riposare se siamo a spasso, mi serve)
  • Il trasportino per i viaggi in auto con spray che ricorda l’odore della mamma per rilassare il cucciolo (che tenerezza)
  • I biscottini premio per insegnargli che é giusto fare i bisogni nel tappetino (ma gli do il biscotto mentre la fa o subito dopo?)
  • I bastoncini per lavare i denti e per l’alito (nooooo sul l’igiene non si discute, presi)
  • Le salviette profumate delicate alla vaniglia per il corpo (vedi sopra)
  • I sacchetti pupù con porta sacchetti e La paletta raccogli pupú (ti multano se non raccogli in città e non posso certo sporcarmi)
  • La polvere per preparare i peli delle orecchie allo strappo e le gocce per la pulizia (ma chi lo fa? io?proviamo )
  • L’antiparassitario (ovvio)
  • La palla l’osso e la corda (per giocare con il mio cucciolo)

Il conto prego.

…………..

(Continua)