La vendeuse
By Paoletta
Di solito non pubblico post in cui racconto aneddoti di vita quotidiana, lo sapete io vi scrivo principalmente di “profumi e balocchi”, come diceva la canzone…
In questo ultimo periodo però mi è capitato più di una volta di riflettere sulla odiata/amata categoria delle “COMMESSE”, intendo l’addetta alle vendite, la vendeuse se vogliamo dirlo elegantemente, anche se a dire il vero alcune di loro di elegante non hanno proprio nulla!
Ah, è scontato: non intendo offendere nessuno e non ce l’ho con la categoria di cui, per un periodo, durante gli studi universitari, ho anche fatto parte. Quindi, come sempre, peace and love a priori.
Come faccio spesso nei miei post in cui vi racconto la mia esperienza con i prodotti per il make up e la bellezza, anche stavolta voglio stilare una lista, provando a raggruppare in 4 categorie le commesse in cui mi sono recentemente imbattuta. L’avranno fatto mille altre blogger? Non lo so. In tal caso perdonate la mancanza di originalità.
Dalla peggiore alla migliore ecco a voi…
1) La “stronzachenonseialtro!”: non mi è capitato direttamente, ma fonte affidabile mi ha appena raccontato che una commessa di nota gioielleria di “paesone-che-si-crede-di-essere” si è permessa di dire ad un cliente, entrato per acquistare un regalo alla propria compagna, la odiosa frase: “questo costa troppo”. Una cosa del genere è concessa solo se stai recitando la parte della commessa in Pretty Woman, ma MAI e poi MAI nella vita vera. Per te, nelle feste, tanto tanto carbone (e per eleganza, che appunto tu non hai, non ti dico dove dovresti infilartelo), cara stronzachenonseialtro!
2) La “pedinatrice incompetente”: mi imbatto in questa categoria molto spesso e tipicamente la incontro da Sephora.
Allora, cerchiamo di capirci una volta per tutte: il settore in cui lavori non ti appassiona e non sai nulla degli articoli che devi vendere? Allora con umiltà rimani alla cassa o intervieni solo se interpellata, ad esempio per dirmi se vi riforniranno ancora di un articolo esaurito, oppure se hai intenzione di mettermi il solito campioncino di Miss Dior nella borsa che almeno ti dico di non darmelo perchè ne ho 50 e non lo uso. Invece no: visto che tutte noi clienti per le commesse come te siamo potenziali ladre (purtroppo è vero, si sentono aneddoti agghiaccianti di furti o tentati furti in profumeria quindi dovranno anche prendere le loro misure, non lo metto in dubbio…), tu mi stai attaccata dal primo momento in cui metto piede nello store e poi, quando ti chiedo qualcosa… Sbagli a darmi l’informazione!!!! (magari anche in malafede per potermi vendere qualcosa di inutile…).
Faccio un esempio pratico: entro per acquistare il nuovo prodotto della Scholl (quello per la cura dei piedi fai da te), il Velvet soft da regalare a mia mamma e le chiedo, dato che mi sta appiccicata e voglio farla lavorare, come si compone il kit e come si usa. Lei si accorge che, a parte, è venduta anche la crema piedi (non contenuta nel kit iniziale) e quindi dichiara, anzi quasi giura, che prima di utilizzare l’aggeggio elettrico occorre applicare la crema sui piedi. Io non ne sono convinta ed acquisto solo il kit… E infatti avevo ragione: la crema è un extra e il prodotto va utilizzato sul piede asciutto!
3) La “ruffiana”: per lei stai sempre da dio… con un fisico come il tuo puoi permetterti tutto…stai benissimo…fai un figurone… sai quello lo indossa anche la XY (cita in nomediattriceacaso)… Belle scarpe che hai (e a proposito qualcuno mi insegna che c’è tutto uno studio di marketing dietro, vero Ila?)… Ma qui secondo me bisogna distinguere la ruffiana innocua da quella vipera e la differenza secondo me la vedi se decidi di non comprare, perchè la prima, sebbene sia lecchina, ti sorride sempre e comunque alla fine ti dice qualcosa tipo “torna a trovarci quando vuoi, ti aspettiamo, non fa nulla, hai fatto bene a provare” ecc. E io in fondo la lecchina innocua la perdono, mi fa tenerezza perchè probabilmente sta eseguendo un protocollo che le hanno insegnato e comunque vada è serena perchè evidentemente sa stare al mondo.
La vipera invece, quando esci a mani vuote, ti segna sul libro nero guardandoti dall’alto in basso come la peggiore delle straccione. Lei non sa stare al mondo, si capisce subito, oppure è perennemente mestruata.
4) La “onesta lavoratrice”: ne ho incontrata una recentemente quando ho avuto il mio battesimo di H&M. Non avevo mai acquistato nulla di quella catena, ma la soffiata giusta me l’ha data una mia amica fashion addicted che consulto spesso quando voglio trovare nella vita vera dei capi che prima trovo su Pinterest (ciao, mi chiamo Paola e sono Pinterest addicted!).
Informiamo la gentile clientela che il negozio chiuderà fra 20 minuti: rinuncio o arraffo tutti i modelli di boyfriend (perchè così si chiama il jeans che andavo cercando) e scelgo a caso senza provare -dato che io odio presentarmi in chiusura di negozio? Ma lei è lì, Lauraonestacommessadih&m, come dice il suo cartellino, si perchè anche loro hanno dei nomi, sta sistemando degli abiti appesi e io timidamente le chiedo se può darmi una mano con i jeans che però ancora non voglio provare, pensando al negozio più in là dove mezzora prima della chiusura cominciano a lavare i pavimenti e quindi ciao, col cavolo che ti considerano! Le dico che mi sembra volgare presentarsi a pochi minuti dalla chiusura senza le idee chiare e approfittare della loro fine giornata, ma Laura mi dice “ma no, hai ancora un quarto d’ora, se hai voglia provali” ed invece di dileguarsi come fanno le altre mi aiuta nella selezione del jeans, portando a casa la vendita (che poi lo sappiamo è quello che, giustamente, interessa loro e non può che essere così) di due paia di morbidi e comodi boyfriend e chiudendo la cassa con “di solito non le diamo, ma visto che mi sei simpatica te le regalo” (le due grucce dei jeans che le avevo chiesto): una deriva ruffiana forse, ma a quel punto non ci ho fatto più caso.
XOXO
Paoletta