Non sei tipo da Londra tu….
By Jade
Prima volta a Londra a 36 anni.
E al mio ritorno chi mi conosce bene mi chiede: ‘A te non sarà piaciuta, non sei tipo da Londra tu vero’?!
Non saprei, ma da questa mia mancanza sono assolutamente giustificata. Quando al liceo tutti venivano mandati nel Regno unito a perfezionare l’inglese tra Oxford,Cambridge e Reading io ero tra i pochi fortunati a partire per Dublino. Meravigliosa Irlanda, un paesaggio fantasy dove ti aspetti ogni momento che ti spunti davanti David Gnomo che suona l’arpa e ti offre una Guinness! E cosí mentre gli altri passeggiavano per Carnaby Street, io passeggiavo per Temple Bar e mentre gli altri speravano di incontrare i Take That, noi pochi andavamo a visitare il paese nativo di the Edge ( David Howell Evans chitarrista degli U2).
Sono cresciuta con l’immagine di quel verde dei prati e quell’azzurro del cielo che solo chi ha visto sa.
Gli irlandesi, poi, per motivi storici ben noti, amano molto la loro terra e ,al tempo, lo ricordo bene,mi sconsigliarono di andare a Londra descrivendola come una grande business city, caotica e stressante.
Li presi in parola.
Londra effettivamente é una business city caotica e stressante,non mi hanno certo mentito ma é anche storia,tradizione,arte e vita, tanta vita.
Andava vista prima a 20 anni,a 25 a 30.
Io che non sono un’esperta d’arte moderna,dentro alla Tate Modern mi sono chiesta come avessi fatto fin’ora a vivere senza tanta bellezza,tanta genialità, tante emozioni. Stiamo parlando di Picasso, Monet, Miró, Pollock…. Te li ritrovi davanti ad un centimetro dal naso a gratis.
Ma vado oltre,é pieno di blogger che parlano delle meraviglie di Londra,non sarò ripetitiva,piuttosto vi racconterei volentieri delle disarmonie di Londra, di quelle che ho visto io e me ne saranno sfuggite parecchie…
Partiamo dalla Londra Fashion&Beauty.
Ehhh,nelle vetrine forse,ho ritrovato le ultime tendenze,mi sono pure sforzata di captare lo street style londinese,ma nulla, non pervenuto.
Alla prima infradito su gamba non depilata dal settembre scorso o forse da mai e shorts con canotta per una domenica soleggiata di inizio marzo, sono rimasta sconcertata ma ancor più dal notare che peró unghie di mani e piedi erano impeccabili,perché qui i centri di nail care vanno come da noi i panifici.
In settimana,compaiono orde di business women e anche qui non ho potuto fare a meno di notare una vera fissazione per la borsa, Michael Kors, of course, ( di massima diffusione ) giacca nera rigorosa perché fa donna in carriera ma peccato per tutto il resto.
Io capisco risparmiare per comprarsi la borsa e la giacca basiche di marca ma poi per la scarpa e l’abito affidarsi a Primark ti da un aspetto generale fuorviante.No.No.No.
Parliamo di Food a Londra.
Vuoi ingrassare,vai a Londra.
E rimanda le analisi del sangue.
La tradizione prevede l’english breakfast a colazione che é il nostro brunch della domenica quando si accende la griglia: salsiccia,pancetta,funghi e altre verdure abbrustoliti contornati da fagioli al sugo di kechup e due uova fritte al burro.
E pane e burro.
Di mattina.
Colesterolo in festa nelle arterie!
Altro must é l’afternoon tea che prevede thé o champagne accompagnati da un vassoio molto scenografico a tre piani stracolmo di tartine,cakes e scones da farcire con burro e marmellate.
Picco insulinico ai massimi livelli alle 5 del pomeriggio.
Alle 7 di sera é il turno della birra al pub.
Aggiungiamo l’alcol alla lista.
Se ancora non si é sazi la cena migliore si deve fare a scelta tra i diversi etnici: indiano, libanese, giapponese,marocchino,messicano, francese, italiano o per restare nella tradizione un Fish&Chips al pub.
Eh no il fritto prima di dormire o un pugnetto di humus ci vogliono per dare la mazzata allo stomaco prima di coricarsi ( e a chi ti dorme di fianco ).
Abitudini e varie a Londra.
Moquette anche in bagno ( hai voglia a spruzzare acaricida….), no bidet, doppio rubinetto con a scelta, o acqua bollente o gelata.
Non te lo aspetti veramente da un popolo che ha un aeroporto come Gatwick dove ti sorprende il controllo automatico del passaporto all’arrivo ( basta passare la foto del passaporto su uno scanner e guardare una telecamera ) cosí come al ritorno, il check-in e l’imbarco.
Tutto fai da te automatico.
Poi arrivi in albergo e vedi la moquette color grigio topo, vai in bagno e non sai dove lavarti le zone intime e per lavarti le mani sei costretto a complicate manovre per miscelare la lava con il ghiaccio.
Ma questo si sapeva solo che rimane incomprensibile nel 2014.
Durante l’immancabile giretto al supermercato, da Marks&Spencer Natural Food, molto frequentato e diffusissimo, mi aspetto un supermercato macrobiotico-biologico e ci trovo invece il bancone gastronomia dei piatti pronti dell’Auchan.
Avete presente scaffali e scaffali di cibi pronti monoporzionati?
Scopro poi che il popolo di Londra li compra puntualmente a pranzo e a cena per mangiarli in tutta velocità in una panchina del parco o addirittura in bus.
Contenti loro.
Un capitolo a parte meriterebbero gli Hipster. Meriterebbero ma io non ho capito, li ho visti ma non ho capito. Spiegatemi.
Sia chiaro,Londra mi piace.
Per un miliardo di motivi, quelli che sanno tutti.
Ma che vorrà mai dire che non sono un tipo da Londra io?
9 Maggio 2014 alle 09:40
Ciao!!!! Anch’io non sono una tipa da Dublino, ma purtroppo mi ci sono ritrovata… ahahahah 🙂 Concordo su Mark e Spencer ma sai, qui è l’unico posto dove in mezzo a tante porcherie che vendono, hanno ancora delle cose decenti e non piene di burro, impanate, fritte etc… Soprattutto hanno il Parma, caro ovviamente ma buonissimo… Anche frutta e verdura sono di buona qualità… Un saluto!!! 🙂
9 Maggio 2014 alle 09:51
Ciao! Ma io adoro Dublino credo sua magica come tutta l’Irlanda! Nel mio post volevo ironicamente far intendere che io sono tipa da Dublino! Credo che sia una prova difficilissima per noi italiani che eccelliamo come buongustai ritrovare una cucina sana all’estero, lo immagino perlomeno viaggiando. A parte il cibo ( ma le patate in Irlanda sono toooop!) vi invidio per esservi ritrovati a vivere a Dublino, spero di tornarci un giorno! Grazie per il commento vado subito a leggervi! Giada.