Delle rose e delle viole
Nel mondo del profumo di nicchia Lamanu docet (puoi leggere il suo bellissimo post QUI), io mi limito a dare voce al mio naso, che è uno degli organi più strettamente collegati al sistema limbico.
A questo proposito permettetemi qualche utile citazione:
“essendo infatti quest’ultimo [il sistema limbico, ndr] implicato nell’integrazione dell’olfatto, della memoria a breve termine e in funzioni che si fanno più complesse man mano che si sale nella scala filogenetica come le emozioni, l’umore e il senso di autocoscienza che determinano il comportamento dell’individuo. Il sistema limbico svolge anche funzioni elementari come l’integrazione tra il sistema nervoso vegetativo e neuroendocrino”
Il sistema limbico comprende alcune regioni del diencefalo e del telencefalo che “coordinano le afferenze sensoriali con le reazioni corporee e le necessità viscerali” (Papez 19589)e che “rappresentano il luogo di origine delle emozioni”(Fulton 1951).
Indubbiamente il concetto di Sistema Limbico non è tanto morfologico, quanto fisiologico e psicologico. Tale porzione del Sistema Nervoso Centrale interviene nell’elaborazione di tutto l’insieme dei comportamenti correlati con la sopravvivenza della specie, elabora le emozioni e le manifestazioni vegetative che ad esse si accompagnano ed è coinvolto nei processi di memorizzazione.
Il Sistema Limbico è una formazione filogeneticamente antica. Studiandone l’anatomia comparata si rimane sorpresi come, pur essendo differente la sua estensione nelle varie specie dei mammiferi, il suo sviluppo e la sua organizzazione siano simili. Tali osservazioni fanno ritenere che le basi fisiologiche dell’emotività e del comportamento siano simili in tutti i mammiferi (Valzelli 1970).
E scusate se è poco!!!
Quindi qualcuno venga a dirmi che l’olfatto, e quindi i profumi, oppure, se vogliamo parlare anche del lato oscuro delle narici, la puzza, che mediamente un pendolare deve sorbirsi su quelle meraviglie di treni e/o metropolitane, sono cose da poco.
Al contrario! Sono cose di grandissima importanza!
Mi sento ancora più legittimata ad amare, quasi venerare, i profumi e mi posso anche un po’ vantare di avere sempre sostenuto, prima di sapere tutta la pappardella del sistema limbico, che l’olfatto è, insieme alla musica, una vera macchina del tempo che ci riporta indietro, anche quando non lo vogliamo, oppure può proiettarci verso una nuova parte di noi stessi che vogliamo provare a fare emergere.
Io sono una maggiolina, la primavera è nel mio dna, nascendo una domenica mattina di metà maggio ho in dote rose, viole, mughetti, ma anche papaveri che cominciano a fiorire per poi esplodere un poco più avanti a giugno in bellissimi tappeti condivisi con le spighe ancora verdi. I miei profumi preferiti sono quelli fioriti, ma non ho pregiudizi e non escludo mai a priori una fragranza più legnosa o fruttata.
Lo so, mi sto dilungando, ma questo argomento mi appassiona da sempre e vorrei parlarvi ancora un momento di rose, di viole e altri fiori, siano essi declinati in modo raffinato ed esclusivo da qualche profumeria di lusso, o siano rese invece più commerciali da brand meno di nicchia:
Creed – Love in black (fiorito orientale) dove la violetta caratterizza le note di testa e quelle di fondo, ma non ha nulla a che vedere con un sentore anni ’50, lo paragono invece ad una sinfonia moderna in cui la violetta bianca e la violetta di Grasse si sposano meravigliosamente con la rosa e il ribes nero, dando un risultato insolito e originalissimo.
Creed– Love in white (fiorito aldeidico) un trionfo di rosa, magnolia, iris e narciso francese, ma non così banali come sembrano, c’è anche un accenno di riso del Tonkino (usato dalle popolazioni del sud-est asiatico come omaggio agli dei). Nel fondo vaniglia, ambra e sandalo, tre essenze tra le mie preferite non floreali.
Byredo – Inflorescence è un trionfo di fiori, la primavera al suo culmine, una esaltazione di mughetto e gelsomino.
Byredo – Rose noir a proposito di rosa damascena, mi trasmette romanticismo ma anche trasgressione, tutt’altro che romantico nel senso più favolistico del termine.
Chloé – Roses pensavo fosse più banale, eppure, per essere una eau de toilette commerciale (che di solito io evito perchè voglio una frangranza persistente e lussuriosa, che non svanisca dopo mezz’ora), mi ha lasciata piacevolmente sorpresa… Colpa della rosa, ancora lei! ^_^
Hermes – Un jardin sur le toit fruttato e fiorito, ennesima creatura del famoso naso Jean-Claude Ellena, un sentore che mi porta piacevolmente verso l’estate e che mi fa inesorabilmente pensare alle fioriture rese immortali dagli impressionisti.
Sono sicura che tornerò su questo argomento, ma per il momento mi godo questo viaggetto da Creed a Hermes, passando per Byredo e Chloé con buona pace di chi può fare a meno di questo universo da sogno.
XOXO
Paoletta