Autore: Jade
L’iter. Un giorno insieme alla madre del futuro.Ai tempi del Covid-19.
By Jade
21 settembre 2020
“Pronto?”
“Ciao Paola sono la maestra Anna, ascolta Matteo é caldino, gli abbiamo misurato la febbre, ha 37,6 ma sta bene corre, gioca ed é felice come sempre, devi venirlo a prendere però perché secondo le nuove disposizioni ai primi sintomi bisogna allontanarlo dalla scuola.”
“Sta bene?” Chiedo per sentirmelo dire ancora una volta.”
“Si ora é in giardino con l’altra maestra se puoi fai presto perché non possiamo stare senza una maestra, siamo una ogni quattro bimbi lo sai no?”.
“Va bene, si lo so,arrivo subito ma dimmi una cosa ci sono altri bimbi malati?’
“No nessuno fin’ora, ciao devo andare!”E chiude.
Sento i brividi, mi manca il respiro e inizio a ripetermi nella testa che é solo qualche linea di febbre. Mollo tutto vado dal capo e gli dico che devo andare a prendere il piccolo a scuola.
Il mio capo mi guarda e accenna un si con la testa, non mi guarda neanche sta scrivendo al pc e distrattamente mi dice: “Per darmi il cambio alle due ritorni?”
Io: “Si si sento la baby sitter”.
Salgo in macchina e digito il numero della pediatra ma mi rendo conto che alle 11:20 non risponde più e allora provo il numero delle urgenze. Non risponde. Una volta ho fatto il record. 78 chiamate consecutive, sempre occupato per poi sentirmi dire”Guardi la devo richiamare che sono impegnata”.
Chiamo mio marito, metto gli auricolari e parto in direzione scuola. Parlare al telefono con la mascherina oramai é un’abitudine ma mi si appannano gli occhiali da sole ogni volta.. ma poi perché bisogna tenere la mascherina anche in macchina io non lo so… forse tra una settimana ce la tolgono in macchina bah speriamo..
Mi rendo conto che ho ancora addosso i guanti del lavoro e sospiro… vabbé disifetteró il volante.
Mio marito finalmente mi risponde e mi dice: “Fai in fretta che sono in riunione, cosa c’é?”
“Matteo ha 37,6 sto andando a prenderlo a scuola e poi alle 2 devo tornare al lavoro, ora cerco di beccare la pediatra”.
Arrivo a scuola e chiedo di lavarmi le mani e mi indicano la fontanella del giardino, risciacquo e mi passo il gel. Dopo un minuto mi portano Matteo con la mascherina e in lacrime. Io sorrido un pó sforzatamente per accoglierlo tra le braccia più serenamente che posso”.
“Grazie maestra appena sento la pediatra le faccio sapere”.La maestra mi sorride velocemente e corre via facendomi cenno di chiamarla dopo.
Arrivo a casa e tolgo la mascherina al piccolo che nel frattempo si é già addormentato e penso che sia meglio che dorma adesso così riesco a beccare la pediatra e la baby sitter, mangerà dopo…
“Signora se il bimbo ha la febbre deve fare il tampone e va isolato da tutti, sarebbe meglio che se ha fratelli domani non andassero a scuola”.
Mi tremano le gambe. La mia pediatra qualsiasi cosa dica, anche se ti saluta soltanto, sembra sempre un giudice in tribunale che emette la sua sentenza finale.”
“E il tampone dove lo faccio?”
“Venga qui alle 14:30 che le faccio la carta per il pronto soccorso pediatrico, deve andare dove fanno i tamponi e…ahhhh non entri per favore, mi suoni che esco io, é l’iter”.
Alla parola tampone mi scatta un flusso di pensieri inarrestabili. La tata non posso chiamarla e al lavoro non posso tornare… al ps ci passerò il pomeriggio intero lo so giá.
Chiamo mio marito, chiamo al lavoro, chiamo la maestra, preparo il riso per Matteo e scrivo un whazzup telegrafico ad una mia amica medico.
“Ciao Matteo ha febbrina, oggi tampone”.
“Noooo povero …ma bisogna fare così adesso é l’iter normale”.
In Ps ho sette persone davanti tutti bardati, cuffia, mascherina, guanti, copriscarpe. Prendo il numero e mi chiamano.
“Deve andare a fare il tampone in fondo al corridoio e compilare il modulo. Nome Cognome, etá del bimbo e mi raccomando nome e numero di telefono della scuola se va a scuola. Serve per Immuni,si metta tutto e anche il bimbo”.
E mi consegna due buste.
L’infermiera,di cui scorgo solo due occhi stanchi, mi spiattella tutto di un solo fiato e mi guarda come a dire ‘ cosa vuoi che sia’ mentre io sento il cuore uscirmi dal petto.
“Matteo vieni con noi, la mamma può entrare”.Mi dicono due dottoresse giovani e gentili.
“Avete sintomi in famiglia?”.
E scrive sul computer senza neanche staccarsi un secondo.
“Mi dia il suo codice fiscale per Immuni e quello di suo marito”.
“Ma cosa succede adesso?”.
Chiedo mentre gratto nervosamente le unghie fresche di manicure sul lattice sudato.
“Domani ha i risultati e fino a domani magari ci stia lei con il bimbo con la mascherina e se riesce isolatevi dagli altri membri della famiglia, non veda i nonni”.
“Ma se é positivo?”,
“Niente non si preoccupi, domani chiamiamo noi la scuola per la chiusura dei tre giorni e poi chiameranno lei e suo marito per il tampone e si procederà per la chiusura dei tre giorni nel posto di lavoro’.
“Anche io?”. Io me le devo far ripetere due volte le cose.
“Si si lei, suo marito e tutti i suoi contatti, tranquilla,lo facciamo noi il tracciamento”.
“Ma chiuderete tutto, mi scusi?”Si é l’iter Signora, perché?”.
“Mah… ma staremo tutti a casa per quanto?”
“Beh dipende chi é positivo rimane a casa finché almeno due tamponi consecutivi non sono negativi… in un mese e mezzo ci si negativizza Signora”.
“E gli altri negativi? I bimbi?’‘
“Signora faranno il test sierologico per vedere se l’hanno già contratto… ma non si preoccupi é l’iter”.
Let’s French! Let’s Dream!
By Jade.
É bastato chiudere gli occhi per andarmene lontano.
Colpa di una mail promozionale. Di solito non leggo le mail promozionali, conosco già tutti gli articoli della collezione….ma l’oggetto della mail Let’s French mi rapisce…..
Click click……..ed ecco gli outfit della mia vacanza ideale.
Ne scelgo parecchi e chiudo gli occhi. Ecco che mi vedo camminare in riva al mare, mi allontano dalla mia casettina sulla spiaggia e davanti a me una spiaggia infinita della costa francese; é una mattinata fresca e limpida, con me i bassotti finalmente liberi dai guinzagli cittadini, corrono felici e si divertono a bagnarsi le zampette fuori e dentro dal mare, mi sento leggera e serena, comoda nel mio abitino a righe.
Torniamo a casa é ora di preparare la colazione per tutti, pan cakes con fragole e succo d’arancia seduti nella splendida veranda. Su su Milla! Jarvis ! Andiamo a casa dai nostri dormiglioni e svegliamoli con tante coccole!!!!
………
…………
……………Apro gli occhi devo tornare a casa sul serio, dal mio sogno alla realtà. Nessuna vacanza, era la mente a viaggiare.
I sogni si avverano sempre peró.
Me lo ha detto la mia maestra di Yoga, basta accompagnare la nostra energia sul sogno con la mente visualizzandolo come fosse già realtà e accadrá presto!
Intanto gli abiti si possono ordinare su: http://www.urbanoutfitters.com
Tua figlia abbaierá
By Jade
É la frase che mi sento ripetere più spesso e che mi rende intimamente orgogliosa!
Si perché ancor prima di nascere, mia figlia ha già un cane,anzi no, due cani tutti per lei!
Sono certa che Gioia immersa nel liquido amniotico e protetta da membrane su membrane, i bassotti li senta costantemente, così come percepirá le loro zampate e il loro muso sulla mia pancia.
Non ho dubbi ,oramai,perché risponde alla loro rumorosa presenza, muovendosi e scalciando dolcemente.
Chissà quante volte lei dorme beata e loro la svegliano già adesso…….e quante volte succederà dopo arghhhh …..
Ovviamente ho la solita fortuna di imbattermi in certa gente che a vedermi con il pancione e un bassotto al guinzaglio, mi crede pazza e non esita a redarguirmi su tutti gli aspetti negativi dell’avere un cane e un neonato nella stessa casa.
Ed é la solita storia:
‘ I cani sono sporchi e non va bene farli avvicinare al bimbo’;
‘Ma come farai a gestire una bimba ed un cane, dovrai trascuralo, non lo guarderai più e diventerà geloso e pericoloso…’
‘Non avrai mai più la casa così in ordine con un bimbo, figuriamoci con un cane anche !!!’
‘….e quando troverai il tempo di portare il cane a passeggiare???’
‘ non ti invidio proprio, io già con mia figlia non avevo tempo di respirare’
‘Veramente io di cani ne ho due e non vedo l’ora che conoscano la nuova baby membro del branco e per il resto sono già organizzata con una signora che mi farà le pulizie e con una Dog Sitter!!!’, rispondo serena.
Cosa volete che dica? Io che sono nata e cresciuta felicemente con una bassotta sempre appresso tutti questi problemi non li vedo.
Ovvio che non ce la farò a far tutto nei primi mesi di vita della bimba ma se c’é un momento in cui ha senso e vantaggio spendere i propri soldi per un aiuto, sarà proprio questo!
Non sono mai stata così sicura che tra la bimba e i bassotti andrà alla grande e sinceramente, per quanto impegnata e stanchissima potrò essere, non mi vedo certo in una nuova me, invasata da ormoni materni, rifiutare le coccole e le attenzioni delle mie creature pelose!
Piuttosto, sono ‘certe persone’ a preoccuparmi perché potrebbero crearni non pochi disagi in un periodo così delicato.
Tipo certi parenti, amici o conoscenti ‘invadenti’ che si presenteranno, quando vogliono, alla porta pronti ad insegnarmi tutto da veri esperti puericultori e non mi importa che leggano, tanto non aprirò la porta se ci proveranno perché é a loro che non potró dedicare tempo all’inizio, mi spiace !!!!!
L’altro mio incubo sono poi tutti quei conoscenti o mezzi estranei che turberanno le prime passeggiate con mia figlia osando avvicinare le loro sporche manaccie o i loro aliti infetti alla mia piccola.
Non se ne parla proprio.
Sono in pensiero più per questi ‘aspetti negativi’ di certe persone, non per i miei cani.
Si da il caso che i miei cani avranno tutti i diritti di prendersi quel poco tempo che avrò a discapito di questa gente. E dirò di più, appena potrò riprenderò a fare le mie solite passeggiate all’aria aperta con loro, lasciando bimba e papà tutti soli a vantaggio della mia salute fisica e mentale!
I bassotti sono i cani ideali da accompagnare ai bimbi. Sono protettivi e affettuosi e amano condividere spazi e attività con i nuovi membri della famiglia. Certo un neonato o un bimbo ancora piccolo non vanno mai lasciati soli e in balia di un cane, anche il piú docile e tranquillo, questa é una regola saggia e di buon senso perché il cane può sentirsi spaventato da qualche gesto improvviso e maldestro del bimbo reagendo inaspettatamente e viceversa un cane potrebbe non saper limitare il suo entusiasmo nel coccolare e sbaciucchiare un bimbo che potrebbe spaventarsi e rimanere anche ferito e contuso oltre che traumatizzato.
In questo rapporto bimbo-cane, l’adulto deve essere sempre presente e gli spazi di entrambi devono essere rispettati e condivisi gradualmente.
Certo é che per un bimbo crescere con un amico peloso sempre accanto sarà un’esperienza fantastica dal punto di vista affettivo ed educativo. Io per esempio fin dall’anno di età pretendevo di bere il biberon seduta nel divano con la mia bassotta a fianco strofinando tra le mie piccole dita il suo morbido orecchio e ricordo ancora mia madre chiamarla ‘ Tea vieni dai che Giada beve il latte’ e Tea come un fulmine si posizionava accanto a me.
Era il nostro momento di relax.
Era speciale.
E come dimenticare tutte le volte in cui mi ammalavo e costretta a letto con i vari morbillo e varicella Tea si intestardiva a stare ai piedi del mio letto ( o nel letto ) per controllarmi e si lasciava convincere ad abbandonarmi per pochi minuti solo per mangiare ed uscire a fare i bisogni.
Solo una madre e una bassotta potevano avere la pazienza e la dolcezza di starmi accanto in questo modo.
Ci vuole impegno, organizzazione e buon senso a realizzare il progetto-famiglia con un cane e io ci sono sinceramente abituata e sono certa ancora una volta che una casa riempita dall’affetto, dai rumori e ,perché no,anche dai batteri dei miei cani, saranno l’ambiente più felice e sano in cui crescere mia figlia.
Peccato solo che la prima parola che dirà sarà ‘Bau’ …..
Keep Calm And call Milla&Jarvis!
By Jade
Sono stati stimati, in Italia,ogni anno;
80000 gatti abbandonati.
50000 cani abbandonati.
Che un cane sia un impegno quotidiano questo é innegabile.
Io ne ho due e una parte della mia giornata é sicuramente dedicata alle loro esigenze; passeggiate per almeno un’ora al giorno e almeno due volte al giorno, pappa puntuale due volte al giorno, oltre che a tenere ancor più pulita la casa, visite dal veterinario, vaccini, spese varie per cibo,antiparassitari, giochi, cuccie, toelettature, sacchettini per la pupú……io stimo tra i 200-400 euro l’anno.
Ma non mi pesa e in occasione della stagione estiva e dei numerosi,purtroppo, abbandoni avvenuti anche quest’anno, non posso che riflettere e sorprendermi di fronte a questi dati.
Sono quindi 80000 più 50000 le persone che ogni anno abbandonano i loro amici a quattro zampe. In Italia.
Quante volte avrete sentito ripetere da chi ha un cane.
‘L’affetto che ti regala un cane ripaga tutte le fatiche’.
Allora io oggi proverò a spiegarvelo questo affetto, in modo che sia chiaro a chi vuol addottarlo un cane e a chi ha intenzione di lasciarlo.
L’affetto che regala un cane, e non esagero, lo si deve intendere come amore incondizionato o come empatia profonda o ancora fedeltà assoluta.
Non si tratta delle feste gioiose con cui ti accolgono quando torni a casa e nemmeno della soddisfazione di vederli ubbidire ai comandi ‘seduto’ ‘fermo’ ‘ fai il morto’ ‘ rotola’ ‘ porta la palla’.
Immaginatemi incinta costretta a letto per minaccia d’aborto, preoccupata e a volte sola con tutti i miei pensieri e immaginate due bassotti con i loro musi baffosi appoggiati sulla mia pancia, appallottolati sopra le mie gambe, distesi lungo i mie fianchi.
Costantemente presenti vicino a me.
Immaginatemi spostarmi piano piano dal letto al divano o dal letto al bagno e immaginatevi due bassotti accompagnare ogni mio passo per riaccomodarsi ancora vicino a me.
Non importa che succeda ogni 10 minuti o che siano le tre del mattino o di pomeriggio ,immaginateli svegliarsi quando io mi sveglio, scendere dal letto quando io scendo, camminare al mio fianco quando mi muovo.
Immaginate la mia reazione dopo l’aborto, un pianto disperato e lacrime che scendono copiose sul mio viso e immaginate i miei bassotti appollaiati sulle mie ginocchia a leccarmi le lacrime.
Immaginate il mio sorriso, spontaneo ed inevitabile di fronte alle loro codine vibranti e ai loro abbai come a dire ‘ cosa c’é,cosa c’é,guarda noi,siamo qui’.
Immaginate quanto io possa esser grata per tutto questo affetto.
Non pensare
By Jade
Se ci pensi troppo poi non succede. (troppo cosa vuol dire?)
Concentrati nel tuo sogno e prima o poi si avvererá. ( anche secondo me )
Visualizza positivamente la scena e affronterai la situazione. (ma secondo un calcolo probabilistico o no?)
Prenditi un momento per svuotare la mente. ( datemi delle goccette allora)
Vivi ogni giorno come fosse l’ultimo. (che ansia).
Allontana i pensieri negativi e controlla la qualità dei tuoi pensieri.( solo pensieri di alto livello ok)
Noi siamo quel che pensiamo. (una delinquente assassina allora )
Il pensiero influenza il nostro comportamento. ( sarei già in prigione )
Il nostri pensieri sono lo specchio di come viviamo quello che ci circonda.( voglio trasferirmi )
Pensa che funzionerà e funzionerà. ( bididibodidibum con la magia fai tutto quel che vuoi tu!)
Pensare troppo porta a stress. ( era meglio nascere stupida).
É passato più di un mese da quando ho iniziato a scrivere questo post, era giusto prima di partire per le vacanze.
Mi ero messa a riflettere su tutte le banalità che la gente dice e mi chiedevo se un fondo di verità ci fosse. Ma come possono persone mediocri che hanno paura di scegliere, temono di essere giudicati, vivono di immagine, seguono schemi di comportamento imposti come fossero un gregge di pecore, avere un minimo di saggezza?
E cosí sono partita con l’unica convinzione di staccare la mente da tutta la banalità che ‘incontro’ nel quotidiano per concentrarmi sul mio benessere.
Da egoista esperta.
Puntando dritta solo ai miei desideri e al mio bene. Circondandomi di affetto, amicizia e amore.
E pam! Succede che il desiderio bussa alla porta! Qualcosa deve aver funzionato, questo é certo.
Ha funzionato il pensare solo con il mio cuore forse?
Ha funzionato voltare le spalle al negativo?
Ha funzionato coccolare me stessa e farmi coccolare?
Ha funzionato immaginarmi felice con un nuovo progetto.
Di sicuro non ha nulla a che vedere con la banalità.
É tardi ormai!
By Jade
Ci siamo! La bella é stagione iniziata!
Basta passare in edicola e guardare le copertine dei giornali.’Velinette’ (definizione azzeccatissima suggerita da LaManu) già in bikini e slogan di diete lampo a caratteri cubitali: ‘perdi 5 kili in due settimane con la dieta dei colori’.
Grazie Benedetta,Chiara,Antonella,Alessandro,Simone,Carlo……(quando tv e web sono utili)
Avete presente i programmi di cucina?
Io li guardo tutti da sempre.
Ho iniziato con Orietta Berti,poi la Clerici,poi Benedetta Parodi poi Alessandro Borghese,Gordon Ramsey,Simone Rugiati con Cuochi e Fiamme,Nigella,GialloZafferano….Mastechef USA,Masterchef India,Masterchef Italia,Hell’s kitchen…Tutti.
Mai stata così felice che vada di moda cucinare e che sia così facile reperire ricette sul web.
Per non parlare dei riferimenti bibliografici. Il Cucchiaio d’oro é la Bibbia,affiancato da Antonella Clerici,Carlo Cracco,Benedetta,cucina asiatica,cucina indiana,cucina vegetariana,I Dolci,Insomma scaffali di libri.
Ma attenzione,le ricette più preziose,raccolte in anni e anni,dalla mamma,dalle zie,da mia cognata,dalle mamme degli ex, dalla vicina di casa, dalla cuoca della mensa,dal cuoco del ristorante storico,dalle amiche,dalla tv…
Tutte appuntate di fretta in una scrittura incomprensibile e in ordine sparso nella mia agendina nera che ha le pagine anche macchiate o pagine su cui ho attaccato con il nastro adesivo fogliettini di ricette imperdibili captate al volo.
Non l’ho mai sistemata l’agendina nera perché fa parte di una storia di attimi che ho saputo cogliere,di segreti tramandati e di ricordi emozionanti.
Ho iniziato a cucinare per istinto di sopravvivenza e così continuo a farlo oggi.
Per me non é mai stata una questione di passione o di moda e infatti non mi vanto di saper cucinare ma di saper trasformare gli alimenti in piatti commestibili,questo si.
La prima pasta l’ho fatta al tonno ( in scatola ) a 12 anni,lo avevo visto fare miliardi di volte,avevo fame e mi son lanciata.
Con il sale certo andava male le prime volte ma ben presto imparai a chiedere,a documentarmi e anche a porre rimedio agli errori.
La ricetta ha subito poi numerose varianti,fino ad oggi in cui la pasta al tonno la intendo con pomodorini, tonno fresco, alloro e curry!!
Poi arrivó il tempo delle allergie e delle intolleranze e dei regimi controllati ed imparare a cucinare da sola piatti alternativi divenne necessario.
L’intolleranza al grano mi portó a conoscere tutte le alternative: pasta di kamut, spaghetti di farro, Lasagnette di mais, riso nero, riso rosso, riso selvatico e riso basmati. E ancoro l’orzo, gli spaghetti di soia e gli gnocchi di riso. normalmente presenti tutt’ora sulla mia tavola.
L’intolleranza al lattosio mi portó a scoprire il latte di soia, di riso, di mandorla, la panna vegetale e in tempi più recenti latte e mozzarella senza lattosio.
Il sovrappeso e la necessità di seguire un regime ipocalorico mi portarono a scoprire alternative light e metodi di cottura senza grassi ; un esempio classico sono le gallette di mais o di riso al posto del pane, gli spaghetti di soia e il cous cous con verdure che fanno volume e saziano alla vista, le zuppe in mille modi, la cottura senza grassi con la Wok o la cottura al vapore in microonde.
É arrivata anche la fase di scoperta delle proteine vegetali da alternare a quelle animali e la mia dispensa si é arricchita di ceci, lenticchie, fagioli e l’adorato seitan! ( presto pubblicherò la ricetta delle polpettine veg ).
E vogliamo parlare dell’invenzione migliore?La pizza fine e croccante senza lievito digeribilissima che non pesa nello stomaco tutta la notte? Ho la lista delle pizzerie giuste. A Milano andate da Grani&Braci:
http://www.graniebraci.it/it/lc-pizzeria.asp
La fase più creativa e sperimentale ma anche divertentissima fu quella degli anni dell’universitá nella quale vivevo e cucinavo fuori casa.
Ricordo ancora il risotto alle pere, ai mirtilli o il risotto alle vitamine (arancia-carote).
I miei amici li adoravano. Così come le pastasciuttate panna-speck-zucchine-zafferano, molto anni novanta! Già perché il sushi ancora era per pochi e noi studentelli ci arrangiavamo a modo nostro. Velocissimo e di grand’effetto come antipasto estivo le friselle pugliesi (integrali) bagnate e cosparse con i pomodorini maturi, basilico fresco, tonno e del buon olio d’oliva!
Memorabile la fregolotta rivisitata: bastava bagnarla con del latte e cacao e poi una volta ammorbidita sparlamarci sopra della Nutella mescolata in pari quantità al mascarpone e il dessert era pronto. Una bomba ma che dopocena allegri!!!
Negli ultimi anni, da quando vivo con mio marito e lavoro l’agendina si é arricchita di piatti veloci, facili e ad alta resa; complici Antonella Clerici e Benedetta Parodi e colleghi dalla Tv e Giallozafferano e Chiara Maci dal web da cui prendo spunti e idee sempre nuove. Grazie di cuore a tutti voi che avete rubato lo spazio televisivo ai giochi a premi per stimolarci a mangiare bene e a conoscere sempre ingredienti nuovi. Date un occhio a questo famosissimo blog di Chiara Maci!
http://www.sorelleinpentola.com/?m=1
Capiterá anche a voi di arrivare a casa alle 21 e non avere nulla di pronto e allora che faccio?
Propongo la PiadaPizza ( l’ho soltanto sentita nominare e l’ho creata a mio gusto) che non é altro che una pizza che ha come base una piadina (rigorosamente senza strutto e di kamut) rigirata in padella, farcita con pomodorini, mozzarella, sale e pepe, e origano ( qualche fettina sottili di zucchina ) e ripassata pochi secondi in forno caldo. Un successone in 10 minuti!
Nel prossimo post farò felici i miei amici veg e pubblicherò tutti i locali in cui é possibile mangiare veg che ho provato a Milano, oltre a casa mia ovviamente!
Dimmi cosa c’é nel tuo comodino!
By Jade
Stare costretta a letto a riposo mi porta inevitabilmente a riflettere con calma su ció che mi circonda.
Se poi fatico a camminare il comodino al mio fianco diventa il piano d’appoggio fondamentale per tutto ciò che serve per una serena permanenza a letto.
Lo stavo appunto osservando.
Non sei tipo da Londra tu….
By Jade
Prima volta a Londra a 36 anni.
E al mio ritorno chi mi conosce bene mi chiede: ‘A te non sarà piaciuta, non sei tipo da Londra tu vero’?!
Non saprei, ma da questa mia mancanza sono assolutamente giustificata. Quando al liceo tutti venivano mandati nel Regno unito a perfezionare l’inglese tra Oxford,Cambridge e Reading io ero tra i pochi fortunati a partire per Dublino. Meravigliosa Irlanda, un paesaggio fantasy dove ti aspetti ogni momento che ti spunti davanti David Gnomo che suona l’arpa e ti offre una Guinness! E cosí mentre gli altri passeggiavano per Carnaby Street, io passeggiavo per Temple Bar e mentre gli altri speravano di incontrare i Take That, noi pochi andavamo a visitare il paese nativo di the Edge ( David Howell Evans chitarrista degli U2).
Sono cresciuta con l’immagine di quel verde dei prati e quell’azzurro del cielo che solo chi ha visto sa.
Gli irlandesi, poi, per motivi storici ben noti, amano molto la loro terra e ,al tempo, lo ricordo bene,mi sconsigliarono di andare a Londra descrivendola come una grande business city, caotica e stressante.
Li presi in parola.
Londra effettivamente é una business city caotica e stressante,non mi hanno certo mentito ma é anche storia,tradizione,arte e vita, tanta vita.
Andava vista prima a 20 anni,a 25 a 30.
Io che non sono un’esperta d’arte moderna,dentro alla Tate Modern mi sono chiesta come avessi fatto fin’ora a vivere senza tanta bellezza,tanta genialità, tante emozioni. Stiamo parlando di Picasso, Monet, Miró, Pollock…. Te li ritrovi davanti ad un centimetro dal naso a gratis.
Ma vado oltre,é pieno di blogger che parlano delle meraviglie di Londra,non sarò ripetitiva,piuttosto vi racconterei volentieri delle disarmonie di Londra, di quelle che ho visto io e me ne saranno sfuggite parecchie…
Partiamo dalla Londra Fashion&Beauty.
Ehhh,nelle vetrine forse,ho ritrovato le ultime tendenze,mi sono pure sforzata di captare lo street style londinese,ma nulla, non pervenuto.
Alla prima infradito su gamba non depilata dal settembre scorso o forse da mai e shorts con canotta per una domenica soleggiata di inizio marzo, sono rimasta sconcertata ma ancor più dal notare che peró unghie di mani e piedi erano impeccabili,perché qui i centri di nail care vanno come da noi i panifici.
In settimana,compaiono orde di business women e anche qui non ho potuto fare a meno di notare una vera fissazione per la borsa, Michael Kors, of course, ( di massima diffusione ) giacca nera rigorosa perché fa donna in carriera ma peccato per tutto il resto.
Io capisco risparmiare per comprarsi la borsa e la giacca basiche di marca ma poi per la scarpa e l’abito affidarsi a Primark ti da un aspetto generale fuorviante.No.No.No.
Parliamo di Food a Londra.
Vuoi ingrassare,vai a Londra.
E rimanda le analisi del sangue.
La tradizione prevede l’english breakfast a colazione che é il nostro brunch della domenica quando si accende la griglia: salsiccia,pancetta,funghi e altre verdure abbrustoliti contornati da fagioli al sugo di kechup e due uova fritte al burro.
E pane e burro.
Di mattina.
Colesterolo in festa nelle arterie!
Altro must é l’afternoon tea che prevede thé o champagne accompagnati da un vassoio molto scenografico a tre piani stracolmo di tartine,cakes e scones da farcire con burro e marmellate.
Picco insulinico ai massimi livelli alle 5 del pomeriggio.
Alle 7 di sera é il turno della birra al pub.
Aggiungiamo l’alcol alla lista.
Se ancora non si é sazi la cena migliore si deve fare a scelta tra i diversi etnici: indiano, libanese, giapponese,marocchino,messicano, francese, italiano o per restare nella tradizione un Fish&Chips al pub.
Eh no il fritto prima di dormire o un pugnetto di humus ci vogliono per dare la mazzata allo stomaco prima di coricarsi ( e a chi ti dorme di fianco ).
Abitudini e varie a Londra.
Moquette anche in bagno ( hai voglia a spruzzare acaricida….), no bidet, doppio rubinetto con a scelta, o acqua bollente o gelata.
Non te lo aspetti veramente da un popolo che ha un aeroporto come Gatwick dove ti sorprende il controllo automatico del passaporto all’arrivo ( basta passare la foto del passaporto su uno scanner e guardare una telecamera ) cosí come al ritorno, il check-in e l’imbarco.
Tutto fai da te automatico.
Poi arrivi in albergo e vedi la moquette color grigio topo, vai in bagno e non sai dove lavarti le zone intime e per lavarti le mani sei costretto a complicate manovre per miscelare la lava con il ghiaccio.
Ma questo si sapeva solo che rimane incomprensibile nel 2014.
Durante l’immancabile giretto al supermercato, da Marks&Spencer Natural Food, molto frequentato e diffusissimo, mi aspetto un supermercato macrobiotico-biologico e ci trovo invece il bancone gastronomia dei piatti pronti dell’Auchan.
Avete presente scaffali e scaffali di cibi pronti monoporzionati?
Scopro poi che il popolo di Londra li compra puntualmente a pranzo e a cena per mangiarli in tutta velocità in una panchina del parco o addirittura in bus.
Contenti loro.
Un capitolo a parte meriterebbero gli Hipster. Meriterebbero ma io non ho capito, li ho visti ma non ho capito. Spiegatemi.
Sia chiaro,Londra mi piace.
Per un miliardo di motivi, quelli che sanno tutti.
Ma che vorrà mai dire che non sono un tipo da Londra io?
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